Banca d’Italia ha pubblicato nel mese di ottobre il Bollettino Economico n. 4 – 2019. L’analisi svolta della Banca Centrale rileva un proseguimento del rallentamento globale per cui le politiche monetarie adottate sono più accomodanti: in un momento caratterizzato dalla contrazione degli scambi internazionali, l’attenuazione della crescita mondiale e da significativi i rischi associati alle tensioni commerciali, al rallentamento dell’economia cinese e all’incertezza su tempi e modalità di uscita del Regno Unito dall’Unione europea, si sono fatte assai espansive le condizioni finanziarie globali. La maggiore incertezza sulle prospettive della crescita e l’orientamento molto accomodante assunto dalle banche centrali si sono tradotti in un deciso calo dei rendimenti a lungo termine.

Nell’area dell’euro è marcata la contrazione dell’industria tedesca, particolarmente vulnerabile al commercio mondiale, ma l’indebolimento è esteso ad altri settori e paesi. È in aumento il rischio che la fase ciclica sfavorevole determini una prolungata diminuzione dell’inflazione attesa dai mercati finanziari, dalle imprese e dalle famiglie. Il Consiglio direttivo della BCE, confermando le valutazioni già espresse nei mesi precedenti, ha adottato un ampio pacchetto di misure espansive, con largo consenso pur se con valutazioni diverse su singoli strumenti. Le analisi prodotte dalla Banca d’Italia confermano che le misure attivate sono necessarie e appropriate per contrastare i rischi ciclici e le deboli prospettive dei prezzi.

In Italia l’attività economica è marginalmente aumentata nel secondo trimestre; alla luce delle informazioni disponibili potrebbe essere rimasta pressoché stazionaria nel terzo, risentendo, anche nel nostro Paese, soprattutto della debolezza della manifattura, a fronte di una crescita leggermente positiva nei servizi e di un modesto recupero nelle costruzioni. Resta il rischio che l’andamento sfavorevole nell’industria si trasmetta agli altri settori dell’economia. Nel secondo trimestre sono però cresciuti gli investimenti in beni strumentali, anche grazie alla reintroduzione degli incentivi fiscali in vigore da aprile. Nelle indagini condotte in settembre dalla Banca d’Italia le imprese riportano piani di accumulazione lievemente più espansivi, con un modesto miglioramento dei giudizi sulle condizioni per investire, sulla situazione economica e sulla dinamica della domanda per i propri prodotti.

Le esportazioni hanno continuato ad aumentare nel secondo trimestre, nonostante la contrazione del commercio mondiale. L’avanzo di conto corrente si è ancora ampliato, al 2,8 per cento del PIL; le vendite all’estero si sarebbero però indebolite nei mesi successivi. I nuovi dazi annunciati dall’amministrazione statunitense nei confronti dell’Unione europea riguarderanno una quota relativamente limitata delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti, ma gli effetti indiretti potrebbero essere significativi.

Tra giugno e agosto gli investitori non residenti hanno effettuato ingenti acquisti di titoli pubblici italiani; gli afflussi hanno contribuito a ridurre il saldo debitorio della Banca d’Italia sul sistema dei pagamenti europeo TARGET2, poi in parte aumentato in settembre per l’effetto tecnico di ampi rimborsi netti di titoli del Tesoro concentrati nel mese. La posizione netta sull’estero del Paese è vicina al pareggio.

Nel secondo trimestre il numero di occupati è aumentato grazie alla crescita nei servizi, mentre ha ristagnato nell’industria; sono però diminuite le ore lavorate. Secondo gli indicatori disponibili l’occupazione sarebbe rimasta stabile nel terzo trimestre. Le retribuzioni contrattuali hanno rallentato, a seguito di una crescente quota di contratti che, dopo essere scaduti, restano in attesa di rinnovo.

La debolezza ciclica continua a comprimere la dinamica dei prezzi e le aspettative di inflazione. Nel terzo trimestre l’inflazione, frenata soprattutto dal calo dei prezzi dei beni energetici, è stata pari allo 0,3 per cento; la componente di fondo allo 0,5. Le indagini condotte dalla Banca d’Italia indicano che le aspettative delle imprese sulla dinamica dei prezzi restano deboli, ben al di sotto del 2 per cento.

Sui mercati dei titoli italiani le condizioni si sono fatte significativamente più espansive: i rendimenti dei titoli di Stato decennali hanno raggiunto nel terzo trimestre i livelli minimi dall’introduzione dell’euro e sono rimasti storicamente molto bassi (0,94 per cento); lo spread sui titoli tedeschi decennali (sceso a 138 punti base) è tornato vicino ai valori dei primi mesi del 2018. Vi ha contribuito la riduzione dell’incertezza percepita dagli operatori circa gli orientamenti della politica economica e quelli nei riguardi delle istituzioni europee. Il premio per il rischio di ridenominazione del debito pubblico si è riportato sui livelli della prima metà del 2018. Il calo dei rendimenti sovrani ha determinato una significativa diminuzione del costo della raccolta bancaria all’ingrosso, che è sceso sui valori dell’inizio del 2018, e dei rendimenti delle obbligazioni delle imprese. Si è lievemente ridotto il costo dei prestiti alle imprese e alle famiglie.

Il Governo stima un indebitamento netto al 2,2 per cento del PIL nel 2019, invariato rispetto al 2018. L’incidenza del debito aumenterebbe dal 134,8 per cento al 135,7. Per il 2020 il Governo programma un indebitamento netto superiore di quasi un punto percentuale del PIL rispetto a quanto previsto nel quadro tendenziale; il disavanzo rimarrebbe invariato al livello stimato per l’anno in corso; il calo atteso della spesa per interessi compenserebbe la flessione dell’avanzo primario. L’orientamento della politica di bilancio risulterebbe leggermente espansivo, riflettendo la cancellazione delle clausole di salvaguardia – solo in parte compensata con altre misure – nonché altri interventi fra i quali una riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e maggiori investimenti. Queste scelte di bilancio sono motivate da un quadro macroeconomico meno favorevole del previsto e da rischi al ribasso non trascurabili. I programmi del Governo prefigurano un percorso di graduale discesa del peso del debito sull’economia.

Per una consultazione completa del documento si rimanda alla versione pubblicata sul sito della Banca d’Italia del Bollettino Economico 4 – 2019.

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