Perché ci occupiamo di educazione finanziaria? Perché l’educazione finanziaria e, più in generale, la cultura economica, sono prepotentemente entrate nelle agende di governi e parlamenti in tutto il mondo?
Queste sono domande lecite alle quali cerchiamo di rispondere ogni giorno e che ci pongono frequentemente i nostri interlocutori. Chi come noi ha una cultura economica e tratta questi temi da anni, ne conosce bene l’importanza come strumento per giudicare il mondo circostante e l’operato di Governi e Istituzioni. Senza però voler arrivare a tali livelli e a valutazioni complesse, la cultura economica è ugualmente fondamentale per imparare a far quadrare il bilancio famigliare.
Al fine quindi di chiarire i suddetti quesiti e rilanciare l’importanza dell’educazione finanziaria proponiamo questo contributo dal sito della della FEduF – Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio – alle cui iniziative BlueAcademy, riconoscendone il valore sociale per la divulgazione delle conoscenze economiche, vuole dare risalto.
Negli ultimi anni, i mercati finanziari sono diventati più complessi e sofisticati e si sono ampliati sia i canali di impiego del proprio risparmio sia i canali attraverso i quali è possibile reperire denaro a debito. Di conseguenza, è cresciuto il rischio di effettuare investimenti inappropriati nonché il rischio di vincolarsi in indebitamenti eccessivi. Aumentando il rischio, risulta sempre più imprescindibile avere una cultura economica e finanziaria adeguata per non commettere errori ed imprudenze.
E’ possibile non essere d’accordo con chi ritiene che un po’ di economia e di finanza non possono che essere di aiuto per evitare scelte e decisioni sbagliate? Ebbene, il buon senso è sufficiente per un comune mortale ma non per un economista, secondo il quale il legame tra cultura economica dei singoli e la correttezza delle loro decisioni finanziarie deve essere necessariamente documentato.
Gli studi che si propongono di documentare le connessioni tra cultura economico-finanziaria e decisioni finanziarie sono in crescita, soprattutto in risposta alla necessità di spiegare le ragioni dell’eccessivo indebitamento di famiglie ed imprese che ha causato la crisi finanziaria del 2008.
Il legame tra cultura economica e scelte finanziarie proficue ed avvedute non è solo ragionevole ma è anche ben documentato. Secondo gli economisti, tuttavia, non è sufficiente, non basta documentare il nesso tra cultura economica e buone decisioni finanziarie per dimostrare che tali decisioni sono una conseguenza della cultura.
Torniamo quindi a parlare dell’importanza di insegnare a qualcuno ad essere accorto e previdente con un programma di educazione finanziaria. Quanto influisce l’ambiente familiare e sociale in cui si cresce? Come è possibile cambiare le abitudini economiche di una persona con un semplice programma di educazione finanziaria?
La connessione tra cultura e buone decisioni è frutto di una relazione causa-effetto per cui vale la pena investire per creare cultura? Oppure, invece, cultura e buone decisioni sono entrambe il portato di caratteristiche individuali su cui poco o niente si può fare?
E’ evidente che i programmi di educazione finanziaria vanno sostenuti o meno a seconda di come si risponde a queste domande. E per rispondere a queste domande la via maestra è sempre quella di osservare i fatti ed interrogare i dati.
I programmi di educazione finanziaria sono partiti nei licei americani a metà degli anni ’70: mentre in alcuni stati erano stati resi obbligatori, in altri non erano affatto partiti. Dal punto di vista di un economista, questa applicazione non uniforme sul territorio costituisce un laboratorio ideale per capire se effettivamente l’esposizione, da giovani, ai concetti dell’economia e della finanza migliora o meno la qualità delle decisioni finanziarie da adulti. Tutto quello che occorre fare è confrontare a qualche lustro di distanza i comportamenti di coloro che, in relazione allo stato di residenza, sono stati obbligatoriamente esposti agli insegnamenti e coloro che, invece, non ne hanno avuto la possibilità. Si tratta di un laboratorio ideale perché, se mai dovessimo osservare delle differenze nelle decisioni finanziarie tra i due gruppi, non sarebbe affatto ragionevole ricondurle a differenze nella propensione individuale a pianificare. E’ impossibile che i cittadini degli stati che hanno adottato i programmi siano, per loro natura, dei buoni pianificatori mentre quelli degli altri stati siano imprudenti ed imprevidenti.
Ebbene, qual è l’evidenza che emerge dal laboratorio americano? Uno studio molto accurato condotto alla fine degli anni ’90 documenta in modo netto che l’esposizione ai programmi liceali di educazione finanziaria migliora inequivocabilmente la performance finanziaria degli adulti. L’evidenza di maggior rilievo concerne la propensione al risparmio. A parità di altre condizioni, l’essere stato esposto ad un programma liceale di educazione finanziaria fa aumentare il tasso di risparmio e la ricchezza finanziaria netta degli individui. Gli autori dello studio, pertanto, concludono affermando che .education may be a powerful tool for stimulation personal savings (cit. pag. 462).
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