Il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (Comitato Edufin) ha diffuso i risultati dell’indagine “Emergenza COVID-19: gli italiani tra fragilità e resilienza finanziaria”, commissionata dal Comitato stesso alla società di ricerche e analisi di mercato Doxa.

Dopo l’emergenza COVID-19 quasi il 60% delle famiglie italiane dichiara di non riuscire ad arrivare alla fine del mese. Hanno difficoltà soprattutto gli italiani residenti al Sud e con basso livello di istruzione. Più resilienti le famiglie con elevata alfabetizzazione finanziaria.

Così commenta il Direttore del Comitato Professoressa Lusardi: L’indagine dimostra la stretta correlazione tra alfabetizzazione finanziaria e capacità di far fronte a momenti di crisi e di difficoltà.  È importante che tutte le istituzioni e gli stakeholder facciano squadra e collaborino per rendere i cittadini più informati e consapevoli.

A causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus sono aumentate di 12 punti percentuali le famiglie italiane che dichiarano di non riuscire ad arrivare alla fine del mese: se prima della pandemia erano pari al 46%, adesso si attestano al 58%. Ciò significa che circa 6 famiglie su 10 ritengono di essere in maggiore difficoltà a seguito dell’emergenza COVID-19.

Tuttavia, disporre di un’elevata conoscenza finanziaria aiuta ad essere finanziariamente meno fragili, ossia capaci di fronteggiare meglio le difficoltà. Infatti, il 27,7% di coloro che ritengono di possedere un livello elevato di conoscenze finanziarie di base riuscirebbe ad arrivare facilmente alla fine del mese, nonostante la crisi attuale, contro il 12% di chi si reputa sprovvisto di adeguate conoscenze.

L’indagine è stata condotta tra il 27 maggio e il 10 giugno su un campione rappresentativo di 5 mila famiglie attraverso la somministrazione di un questionario online. Obiettivo dello studio: misurare conoscenze, comportamenti, attitudini finanziarie degli italiani anche a seguito dell’emergenza COVID-19.

Le fasce di popolazione che non riescono ad arrivare alla fine del mese a seguito dell’emergenza COVID-19 sono soprattutto quelle residenti nel Sud Italia o nelle isole (65%), le donne (61%) e coloro che hanno un basso grado d’istruzione (65%).

La fragilità finanziaria si misura anche dalla mancata capacità di trovare le risorse necessarie per gestire gli imprevisti. Lo studio evidenzia una difficoltà generalizzata del campione intervistato a far fronte a spese improvvise di media entità, pari a circa 2mila euro. Tre italiani su 10 (30,7%) avrebbero difficoltà a reperire risorse, in particolare i giovani con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (38,9%), le donne (38,5%), i residenti al Sud e nelle Isole (33,8%) e coloro che hanno un basso livello d’istruzione (35,8%).

L’indagine rivela però che disporre di solide conoscenze finanziarie può fare la differenza: il 49,5% di coloro che dichiarano di possederle sarebbe capace di affrontare una spesa improvvisa di 2 mila euro, contro il 27,7% del campione meno alfabetizzato. A questo si aggiunge che il 63% degli intervistati con un basso livello di cultura finanziaria ha difficoltà ad arrivare a fine mese contro il 43,8% di coloro che sostengono di possedere elevate conoscenze finanziarie.

I dati dimostrano che esisteva una fragilità finanziaria già prima della crisi: più di un terzo delle famiglie (36,6%) non avrebbe avuto le risorse per affrontare la mancanza di reddito per un periodo superiore ai due mesi.

Prendendo in considerazione le fonti di informazione normalmente consultate per le decisioni economico-finanziarie dalle famiglie, dall’indagine è emerso che il 48% di queste attinge alle fonti istituzionali e il 21% ammette di non informarsi. Gli strumenti di sostegno al reddito varati dal Governo per contenere gli effetti della crisi legata al COVID-19 sono invece noti. Almeno 7 italiani su 10, senza particolari variazioni per classi di genere, istruzione, età e provenienza geografica, sono informati sugli aiuti pubblici che lo Stato ha messo a disposizione.

L’indagine conferma, infine, la bassa alfabetizzazione finanziaria degli italiani: meno di un terzo degli intervistati (29%) conosce i concetti di base della finanza, come tasso d’interesse semplice, tasso d’interesse composto, relazione rischio-rendimento.

Per una consultazione integrale dell’indagine clicca qui.

Il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria ha il compito di programmare e promuovere iniziative di sensibilizzazione ed educazione finanziaria per migliorare in modo misurabile le competenze dei cittadini italiani in materia di risparmio, investimenti, previdenza, assicurazione. Il comitato è composto da: Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dell’Istruzione, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero del Lavoro, Banca d’Italia, Consob, Covip, Ivass, Ocf, Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti.

Per ulteriori informazioni si veda il Portale del Comitato.

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