L’acronimo SRI indica sustainable and responsible investment, cioè investimenti sostenibili e responsabili. Si sente spesso parlare anche di finanza socialmente responsabile e di finanza ESG (Environmental, Social and Governance – ambiente, sociale e governo delle società). Tutte queste sigle rappresentano fondamentalmente un unico concetto e rappresentano l’evoluzione di quella che inizialmente si chiamava finanza etica.

La finanza sostenibile è l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria. La finanza sostenibile, quindi, si pone l’obiettivo di creare valore nel lungo periodo, indirizzando i capitali verso attività che non solo generino un plusvalore economico, ma siano al contempo utili alla società e non siano a carico del sistema ambientale.

Questi concetti in genere non vengono associati agli investimenti finanziari, poiché parlando di finanza a molti vengono semplicemente in mente le crisi finanziarie; solo per ricordare le ultime si pensi a: dot-com crash; real estate bouble; crisi dei debiti sovrani europei.

Comuni denominatori di queste crisi sono:

  • sopravalutazione degli asset;
  • uso indiscriminato di leva finanziaria;
  • fiducia eccessiva;
  • irrazionalità;

Secondo la Commissione USA per le Crisi Finanziarie le cause più profonde delle crisi finanziarie del nuovo millennio possono essere individuate nell’interazione patologica tra crisi dell’etica individuale, istituzionale e sociale.

La finanza SRI consiste nella filosofia e nella pratica di prendere decisioni di investimento strategiche integrando considerazioni finanziarie e non finanziarie, compresi i valori personali, le richieste della società, le preoccupazioni ambientali e le questioni di governo societario. Questo approccio ha condotto all’individuazione di diverse strategie di investimento che adottano i criteri ESG/SRI.

Esclusione: esclusione esplicita di singoli emittenti o settori o Paesi dall’universo investibile, sulla base di determinati principi e valori, come armi, pornografia, tabacco, test su animali e inquinamento.

Best in class: approccio che seleziona o pesa gli emittenti in portafoglio secondo criteri ambientali, sociali e di governance, privilegiando gli emittenti migliori all’interno di un universo, una categoria o una classe di attivo.

Convenzioni internazionali: selezione degli investimenti basata sul rispetto di norme e standard internazionali. Gli standard più utilizzati sono quelli definiti in sede OCSE, ONU o dalle agenzie ONU (tra cui ILO, UNEP, UNICEF, UNHCR): ad esempio, il global compact, le linee guida dell’OCSE sulle multinazionali, le convenzioni dell’organizzazione internazionale del lavoro.

Engagement: attività che si sostanzia nel dialogo con l’impresa su questioni di sostenibilità e nell’esercizio dei diritti di voto connessi alla partecipazione al capitale azionario. Si tratta di un processo di lungo periodo, finalizzato a influenzare positivamente i comportamenti dell’impresa e a aumentare il grado di trasparenza.

investimenti tematici: approccio che seleziona gli emittenti in portafoglio secondo criteri ambientali, sociali e di governance, focalizzandosi su uno o più temi. Alcuni esempi sono i cambiamenti climatici, l’efficienza energetica e la salute.

impact investing: investimenti in imprese, organizzazioni e fondi realizzati con l’intenzione di generare un impatto socio-ambientale positivo e misurabile, assieme a un ritorno finanziario. Può essere realizzato sia in Paesi emergenti sia sviluppati. Alcuni esempi sono investimenti in microfinanza, social housing, green o social bond.

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