Lo smart working è la nuova frontiera del lavoro che avanza. Un processo rivoluzionario che riguarda la stragrande maggioranza dei lavori d’ufficio e che, complice anche la pandemia che stiamo vivendo, ha avuto una maggiore applicazione nei mesi appena trascorsi.

Ma come funziona e quali sono le caratteristiche principali di questo fenomeno in ascesa?

Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano lo smart working è ”una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”.

Questo nuovo modello lavorativo ripensa totalmente l’attività produttiva come la conosciamo e mette al primo posto principi di personalizzazione, flessibilità e virtualità, visto che è caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali.
Il datore di lavoro insieme al dipendente dovranno scandire un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi in modo da conciliare i tempi di vita e lavoro, mantenendo i livelli di produttività concordati.

Lo smart working è poi molto agevolato dalla presenza delle tecnologie digitali che possono ampliare e rendere virtuale lo spazio di lavoro, facilitare la comunicazione, la collaborazione e la creazione di network di relazioni professionali tra colleghi e figure esterne all’organizzazione. Anche il layout fisico degli ambienti deve essere adeguato per garantire benessere e comodità nel “nuovo” contesto lavorativo.

Nella concezione ideale del modello, l’ufficio è uno spazio aperto che favorisce creatività e collaborazione, stimolando nuove idee di business, riuscendo anche a conciliare il binomio vita-lavoro che è stato ed è tutt’ora al centro di un’accesa discussione socio-economico-politica.

 

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