Premio Nobel per l’economia agli statunitensi esperti di aste Paul Milgrom e Robert WilsonNelle motivazioni dell’attribuzione del prestigioso riconoscimento ai due economisti si legge che i vincitori di quest’anno, hanno migliorato la teoria delle aste e inventato nuovi formati di aste, a vantaggio di venditori, acquirenti e contribuenti in tutto il mondo”. Paul Milgrom è nato a Detroit, Michigan, nel 1948 mentre Robert Wilson è nato a Geneva, Nevada, nel 1937. Entrambi insegnano alla Stanford University.

L’importante riconoscimento non è tecnicamente un Nobel come gli altri, ma un premio della Banca di Svezia per le scienze economiche in memoria di Alfred Nobel.

Riportiamo l’approfondimento di FEduF – Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio – alle cui iniziative BlueAcademy, riconoscendone il valore sociale per la divulgazione delle conoscenze economiche, vuole dare risalto e proporre attraverso i propri canali.

Milgrom e Wilson hanno dedicato buona parte dei loro studi all’analisi dei meccanismi di funzionamento delle aste. Sulla base delle loro scoperte ed esperienze hanno inoltre sviluppato nuovi formati d’asta, sia per beni sia per servizi che sono solitamente difficili da vendere in modo tradizionale. Secondo il Comitato che ha assegnato il premio, le loro scoperte hanno portato a benefici non solo per i venditori e gli acquirenti, ma anche per i contribuenti in molte aree del mondo grazie a sistemi più adeguati per gli stati per mettere all’asta beni particolari, come le frequenze radio utilizzate nelle telecomunicazioni.

In linea di massima, tendiamo a vendere cose a chi ci fa l’offerta più alta per ottenerle, così come le compriamo da chi tende a offrirle al prezzo più conveniente. La compravendita tramite asta è diventata un elemento determinante nell’economia odierna, con enormi quantità di denaro scambiate ogni giorno e non solo per beni come antiquariato, pezzi d’arte e abitazioni. Si vendono all’asta materie prime di vario tipo e gli stessi governi compiono acquisti tramite le aste.

La teoria delle aste serve proprio per valutare come a seconda delle regole decise per le aste ci siano variazioni nelle modalità di offerta, e in ciò che determina il prezzo finale di vendita. Non è un lavoro semplice: in un’asta gli offerenti adottano numerose strategie, non sempre razionali, per cercare di ottenere il miglior risultato senza spendere troppo, e molto dipende spesso dalla quantità di informazioni cui hanno accesso e ciò che immaginano sappiano gli altri offerenti contro cui concorrono.

Nel corso della sua attività accademica, Wilson ha sviluppato una teoria per l’asta degli oggetti con un “valore comune”, cioè con un valore che inizialmente non è chiaro agli offerenti, ma che alla fine si rivela essere lo stesso per tutti. Nel caso delle frequenze radio, che sono di solito date in concessione dai governi per consentire agli operatori di utilizzarle per fornire i loro servizi, avviene qualcosa di questo tipo. Gli offerenti in una prima fase tendono a fare offerte al di sotto della loro stessa stima del valore comune per quel bene, perché secondo la teoria temono “la maledizione del vincitore”, e cioè la possibilità di ottenere sì il bene che desiderano, ma pagandolo comunque più del suo valore comune.

Milgrom ha invece lavorato su teorie delle aste più generalizzate, introducendo anche il concetto di “valore privato” oltre a quello comune, e che può quindi variare da offerente a offerente. Ha dimostrato come in vari formati d’asta il venditore possa aspettarsi ricavi più alti del previsto se gli offerenti hanno la possibilità di scoprire più cose sul valore che i loro concorrenti attribuiscono al bene all’asta.

Partendo da queste analisi, Wilson e Milgrom hanno elaborato nuovi formati d’asta, comprendendo per esempio la possibilità che un’asta sia indetta da un venditore per ottenere risultati positivi per la società più che per massimizzare il ricavo della propria vendita.

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